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LA PRIMA COSA BELLA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 21 febbraio 2010
 
di Paolo Virzì, con Valerio Mastandrea, Michaela Ramazzotti, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Marco Messeri (Italia, 2010)
 
L'eredità della commedia all'italiana, certo. A quel cinema agrodolce ed eventualmente comico, ma soprattutto popolare nel buon senso della parola, si riferisce da sempre Paolo Virzi. Tanto da mettere in scena esplicitamente, in questo suo ultimo film, la figura di Dino Risi, interpretata dal figlio Marco. Ed è allora la sequenza nella quale la mamma-giovane di LA PRIMA COSA BELLA (fra le diverse “prime cose belle della vita” sulle quali si costruiscono i continui flashback fra i tempi nostri e gli anni Settanta del film) è tentata dal cinema alla romana. A somiglianza di una vita che si offre con la dovuta ambiguità alla sua disincantata, affettuosa e anche un po' incosciente disponibilità.

E' di questa immersione esistenziale (pure autobiografica, poiché il regista ritorna alla Livorno di OVOSODO) che si esalta la pellicola: con la sua buona parte di verità e di emozione frenata da sorrisi e affetti perché non trascenda in commozione, con la sua girandola di personaggi. Non di certo dissecata sociologicamente e psicologicamente alla Altman; ma piuttosto, quella sempre meno allegramente incasinata alla Belpaese. Somma sentimentale, pure a rischio di troppo pieno. E se il regista emerge vincente dal confronto con le commedie recenti di Verdone o Muccino, se sopravvive al tradizionale effetto canzonetta senza mai cadere nella caricatura o nella sdolcinata prolissità glamour è grazie alle caratteristiche che gli si riconoscono da sempre.

Un po' di corrosiva destabilizzazione non sarebbe stata di troppo, ma nella sua ambiziosa costruzione temporale, nell'attenzione per gli ambienti è del calore dei personaggi che il film si alimenta. È dalla rete sballata delle loro relazioni che gli attori (comprese le eterne mine vaganti, i bambini) traggono il meglio di loro stessi. Quasi in un inseguimento nel tempo, la tenera e non soltanto comica insofferenza affettiva del depresso Valerio Mastandrea si accomuna così nella memoria dello spettatore al personaggio della madre, l'Anna incoronata miss ai bagni popolari, che Michaela Ramazzotti rende con una sensualità e una femminilità fragile e nel contempo indomita. Prima di sfumare perfettamente in quella prepotente dell'Anna declinante, che Stefania Sandrelli fa sua con una energia che ricorda quella delle grandi dame del cinema italiano.


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